
La distanza diventa incolmabile ed io ardo di vuoto. Ardo per la vostra assenza, ardo di buio, ardo di una fiamma algida e implacabile, ardo dell’amore che non ho mai smesso di provare, ovunque voi siate. Lontani per chilometri, lontani per distanze inquantificabili. Ho invocato la solitudine ed ho ottenuto l’oblio e l’incomunicabilità. Ho invocato la solitudine, tuttavia non il silenzio e l’abbandono. Indissolubile melancolia di risposte a domande che ho osato rivolgere solo a me stesso. Voi siete in me, sappiatelo. Alcuni in zone morte, tra le striature del cuore, altri in atrii e ventricoli bui eppure mai così vivi come in questo momento. E se le ferite traboccano di sangue scuro, il cuore non smetterà di battere e di testimoniare questi legami dei quali non parlo, ma che non per questo non esistono. Voi siete vivi, tra le vertigini dei ricordi, nelle vite che trascorrono lontano dall’azzurro screziato dei miei occhi, nelle vite che conducete dispersi nell’azzurro del cielo. Sento la vostra presenza ed immagino il vostro sguardo. E mi struggo per non consumare la vostra memoria ed onorarla.
La cosa bella dei ricordi è che, per quanto preziosi, puoi tenerli sempre con te, con la sicurezza che niente e nessuno te li ruberà, tutt’altro: se li condividi, diventano ancora più intensi e più belli. Senza contare che spesso sono uno stimolo a rimettersi in discussione e ripartire, magari facendo qualcosa che potrebbe sembrare impossibile: dare Forma e Sostanza ai pensieri 🙂
Grazie, un bellissimo commento il tuo. Ecco cosa produce un sabato sera solitario: i pensieri che corrono alle persone che hanno fatto parte della tua vita e che, per un motivo più o meno grave, più o meno irreversibile, non ci sono più. Dopo il discorso su Ungaretti, mi sono andato a rileggere alcune sue poesie ed in particolare San Martino del Carso deve avermi acceso la necessità di esplicitare i sentimenti di mancanza nei confronti delle persone che hanno segnato la mia esistenza, siano esse parenti, amanti o amici… Molto spesso il pietoso confronto con certi momenti passati invece che stimolarmi mi pietrifica: il processo di trasformazione da ricordo ad esperienza è assai laborioso e tagliente, ma questo è un problema mio. Comunque litigi ed abbandoni, incomprensioni e partenze, per una volta, hanno lasciato il posto ad un sentimento molto più grande, anche di me.
Vai tranquillo che quel tipo di problema non è solo tuo, anzi credo sia universale (prima parlavo di bei ricordi, non delle esperienze più o meno dolorose).
San Martino del Carso è una perla 🙂
🙂 Sì evidentemente avevo frainteso un minimo: è un mio habitus mentale quello di voler vedere sempre per primo -ed in preponderanza- il lato negativo, trattandosi poi di abbandoni è addirittura fatale che io lo faccia. Forse dovrei davvero ricordare le persone per quello che di positivo hanno fatto per me, invece che per i motivi che le hanno portate lontano… riuscirci è un altro paio di maniche…
Assolutamente! 😉