Giochi Sotto L’Ombrellone: My Life According To Black Sabbath!

Black Sabbath

Using only song names from ONE ARTIST, cleverly answer these questions. You can’t use the band I used. Try not to repeat a song title. It’s a lot harder than you think! Repost as “my life according to (band name)”

Pick your artist:
Black Sabbath

Are you a male or female:
Iron Man

Describe yourself:
Paranoid

Favorite Activity:
Tomorrow’s Dream

How do you feel:
Into The Void

Describe where you currently live:
Behind The Wall Of Sleep

If you could go anywhere, where would you go:
Planet Caravan

Your favorite form of transportation:
Fairies Wear Boots

Your best friend:
The Wizard

You and your best friends are:
Children Of The Grave

What’s the weather like:
Laguna Sunrise

Favorite time of day:
After, Forever

If your life was a TV show, what would it be called:
Wicked World

What is life to you:
Thrill Of It All

Your relationship:
Cornucopia

Your fear:
Solitude, War Pigs, Lord Of This World

Thought for the day:
Hole In The Sky

How I would like to die:
Electric Funeral, Symptom Of The Universe

My soul’s present condition:
Wheels Of Confusion

My motto:
Sabbra Cadabra!!!

Sabbra Cadabra
Sabbra Cadabra!

L’umore del giorno

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Kt-hdDpleb4]

Ci sono dischi che rimangono in disparte (per i motivi più dispararati oppure senza motivo) nonostante il tuo amore e la tua devozione per gli artisti e le loro note. E poi quando li riscopri è adorazione sviscerata…

Il caso più vistoso, per quel che mi riguarda, è sicuramente “Sabotage” dei Black Sabbath. Assieme a “Killers” degli Iron Maiden, ma in quel caso ho avuto, per un certo periodo, una sorta di intolleranza per la voce di Di’Anno (adesso assolutamente no, comunque), nel caso dei Black Sabbath proprio non saprei dire il motivo. E dire che “Sabotage” adesso lo adoro, ma non lo apprezzai mai veramente fino in fondo fin quando non sentii gli Orange Goblin aprire un concerto di supporto ai Cathedral con la cover di “Thrill Of It All” ed il mio socio unimogghiano mi fece notare quanto fosse bello il brano, particolarmente quanto tirasse su il morale.

Ed il giorno dopo andai a riascoltarlo e mi vennero gli occhi a cuoricino tipo cartone giapponese. Bastava il punto di vista di un amico a farmelo apprezzare come non avevo mai fatto, a farmelo ascoltare con uno spirito diverso. Così poco o così tanto fanno gli amici. Ti regalano una notte stellata il giorno del tuo trentesimo compleanno, capiscono in silenzio, ridono chiassosi, ti abbracciano con i pensieri e ti aprono gli occhi sulle successioni di note che non sapevi decifrare da solo.

Ed oggi mi sento così, coi brividi di emozione, elettrizzato e pronto…

Il più grande juke-box della terra

Il mio neurone addetto all'attivazione del Juke-Box
Il mio neurone addetto all’attivazione del Juke-Box

Ed il viaggio fu. Salto sulla moto con un’irruenza non comune pronto ad aggredire la strada, non curante del fatto che io sia su uno scooter e non su una speed triple. Siamo io, la moto e l’asfalto. E i cartelli stradali. Nell’era digitale è ancora possibile fare un viaggio seguendo solo i cartelli. Di solito fanno pena ma, nel mio caso, effettivamente l’unica volta che ho sbagliato strada sono finito davanti ad un outlet di una notissima marca di cioccolato svizzero e ci può anche stare.

Qualcuno potrà domandarsi come faccia uno che ascolta e respira musica continuamente senza lo straccio di un’autoradio. Semplice, io sono il più grande juke-box della terra. La mia mente ha un database infinito per la musica che mi ha permesso più e più volte di non impazzire anche quando, tempo fa, il mio ex-lavoro si era trasformato in una sorta di stalag: cantavo nel laboratorio, cantavo in produzione, cantavo nel grigio dei magazzini. Cantare migliora le cose, sempre. Ed anche quando non puoi cantare avere una canzone in testa è una promessa di libertà, una ribellione alla realtà, io l’ho sempre vissuta così. Per quanto possano picchiare duro, ho una potente alleata al fianco. Una compagna che mi sostiene e mi rende libero: artisti con cui confrontarmi, idee da sviluppare, libertà da conquistare. Musica.

Music is your only friend… until the end!

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=jLAr-WlxMZY]

Quindi se vedete un pazzo che gira in scooter canticchiando praticamente qualsiasi cosa, probabilmente sono io.

Poiché poi funziona random, di solito sono canzoni che mi piacciono, ma non è raro che saltino fuori sigle dei cartoni animate, jingle di vecchie pubblicità e canzoni improponibili assortite, mica ho voglia di censurarmi… e chi mi sente? E, comunque, chissenefrega?

Il problema è che se, peccando di spudorata immodestia, posso pensare a me stesso come una sorta di uomo libro della musica (citando “Farenheit 451”) quando sono tornato, mi sono recato, in compagnia di amici, ad una delle più note feste di paese locali assistendo alla seguente chicca (attenzione, i più sensibili non dovrebbero schiacciare il tasto play, non dite che non vi avevo avvertito)

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=yCfAEGUR0kY]

Ora il mio terrore è che si riproponga nel mio juke box mentale quando meno me l’aspetto, con il rischio di disastrosi incidenti stradali… aiuto!!!

On the road again

Cartello fuorviante!

C’è gente che si fa il giro del mondo in bici, gente che parte per il mardì gras a New Orleans, io mi sto esaltando per una trasferta di circa 100 km in scooter. Gli sfigati esistono. Però l’idea di percorrere tutte le risaie della bassa vercellese/novarese e poi puntare verso l’alto non mi spiace affatto. Se non lo facessi in scooter probabilmente mi squaglierei dal caldo, quindi la scelta è piuttosto obbligata. Eppure è la prima gita fuori zona con questo scooter, è probabilmente questo che mi esalta.

Livello olio controllato, cavalletto ingrassato, freni, luci e assetto generale sembrano a posto, devo solo ricordarmi di controllare la pressione delle gomme domattina, una tende a sgonfiarsi un po’ ma in un tempo piuttosto lungo quindi si può soprassedere. Lo zaino attende e mi farà da co-pilota, gli ho trovato una comoda posizione eretta sul sedile del passeggero che sembra sicura, oltre che co-pilota anche schienale… ci siamo. Mancano ancora alcune cose e poi sarà completo.

L’unica cosa è che spero di non morire di caldo lungo il tragitto, esiste una seria possibilità: mi sto già sciogliendo ora. Se non mi vedrete tornare saprete il motivo. Il tragitto comporta rigorosamente strade statali e locali: sono le migliori e non dovrebbero essere troppo frequentate. L’autostrada non mi va… voglio prendermela con calma e guardarmi attorno e non dovermi preoccupare troppo della velocità e degli altri che mi sfrecciano di fianco. Va bene se hai fretta e non vuoi vedere nulla: io sono calmo e voglio guardarmi attorno. Finalmente un viaggio rilassato nelle intenzioni, non butterò via l’orologio ma quasi.

Per un po’ le cose andranno avanti anche senza di me. Di solito detesto tornare (quando tornai dalla Svezia ne feci una malattia) ma c’è quel momento nel quale ti accorgi di tutte le piccole differenze dalla tua partenza che non mi dispiace, sono le solite vecchie cose di un tempo, ma ci sono dei particolari diversi di cui accorgersi, sembra una sorta di aguzzate la vista! Oltre ai miei cari mi mancherà la gatta e la mia pianta di habanero che sta iniziando a produrre dei peperoncini a sonagli che non vedo l’ora di buttare in una bella pasta all’arrabbiata infernale. Non mi mancherà il prato da tagliare che, al ritorno, sarà una mezza jungla infestata di zanzare. Ma ci penseremo poi.

Domattina in sella!

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=s8aftCh3wYI]

Agosto, il punto della situazione

Tutti sanno che questo non è esattamente il mio mese preferito, quest’anno, per ovviare al problema, ho deciso di fare un po’ il punto della situazione discograficamente parlando, per mettere, per quanto possibile, un po’ d’ordine tra le uscite discografiche che si sono susseguite in questi primi 7 mesi dell’ anno. Rispetto all’anno passato che, con i dischi di Neurosis, Converge e High On Fire aveva fatto segnare un picco di qualità, quest’anno era inevitabile il riflusso, teniamone conto.

Ho scoperto in ritardo, ma con mio immenso gaudio, che il disco di Mark Lanegan  “Blues Funeral” avrebbe dovuto assolutamente entrare di diritto nei dischi dell’anno del 2012, magari proprio dietro al terzetto citato in precedenza. Che abbia una delle voci più belle mai sentite credo che sia piuttosto indubbio, almeno per me, però questo disco restituisce l’ex cantante di Screaming Trees e QOTSA in una forma smagliante. E non tragga in inganno l’inserimento di una strumentazione elettronica prima piuttosto assente nella sua produzione, incredibile a dirsi, è integrata alla perfezione e, a mio parere, finisce per mostrare un lato di Lanegan finora rimasto abbastanza nell’ombra… complimenti, veramente un gran disco.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=zX7zw5O3S1Y]

Un altro artista in grado di rimettersi in gioco, dopo un periodo non proprio felice compositivamente parlando (“Dig Lazarus Dig” non era nemmeno brutto, semplicemente non ha lasciato il segno come un disco del re inchiostro dovrebbe fare), è Nick Cave. Nonostante il vecchio impianto dei Bad Seeds abbia perso pezzi che potevano a tutti gli effetti essere considerati importanti, il nuovo disco (“Push The Sky Away”) è una boccata d’aria fresca e ce n’era bisogno, nonostante i Grinderman. Come suggerisce la copertina, la musica possiede ora un corpo molto più etereo che fisico, dopo tutto (fate le corna se credete!) è una direzione nella quale ci evolviamo tutti.

Di “13” dei Black Sabbath credo di aver detto tutto, e non solo io… è stato il disco che ho ascoltato di più quest’anno e non solo per questioni affettive: a me continua a piacere e continuo ad ascoltarlo, piano piano tutte le vocine contrarie si sono zittite. Non che non abbia i suoi limiti, ma per una volta posso anche soprassedere e godermi la vita (ed il mio gruppo preferito). Anzi, mi sono rilassato al punto che ho anche già ordinato “Surgical Steel” dei Carcass in edizione limitata con tanto di kit per la sutura (altri bla bla bla) mi ha convinto il nuovo singolo (e, vabbeh, anche la nostalgia). Ho deciso che circa le possibili (?) reunion, d’ora in poi, il mio atteggiamento sarà: ascoltare e decidere in piena autonomia se mi piacciono o meno, escludendo qualunque vociare non inerente alla musica… se ti piace, ascoltalo! Altrimenti intristisciti con le recensioni… io sono abbastanza saturo di parole, ma continuo a scriverne 😛 .

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=nSsrKl6HtAw]

Avendo saltato il disco del ritorno, ho deciso di dare una possibilità anche agli Autopsy, storici pionieri del death metal meno tecnico, ma decisamente molto più oscuro e maligno. Beh è un lavoro dignitoso, ma sai abbastanza in anticipo cosa aspettarti, che, nel loro caso, va anche bene. Mi ha stupito solo la produzione decisamente più pulita che in passato. Per il resto testa bassa e smembrare!

Chi invece convince pienamente sono i Clutch. Il loro “Earth Rocker” rappresenta senza dubbio una delle cose più belle ascoltate quest’anno. Compatti, senza fronzoli e dannatamente concreti, assemblano un disco che avrebbe tantissimo da insegnare a molti in termini di “etica del rock’n’roll”, non un calo di tono, non una caduta di stile. I Clutch da anni si muovono nel loro territorio musicale, rischiando di essere inglobati in questa o quella categoria, finendo per schivarle tutte. Forse anche per questo sono rimasti sempre un po’ nell’ombra. Al diavolo, se avessero il successo che meritano potremmo quasi credere nella giustizia terrena. Viva la barba di Neil Fallon!

Veniamo ai progetti alternativi: CT dei Rwake ha dato vita agli interessanti Iron Tongue, nei quali dimostra di poter cantare anche in canzoni meno estenuanti (nella loro bellezza) di quelle del gruppo madre. Un buon esordio: nulla che faccia impazzire ma una rinfrescante e alleggerita miscela di sludge e sentimenti sudisti, questo sì. Buoni per una scampagnata in palude! Dati gli addendi dei Palms, tre Isis e un Chino Moreno (deftones), la somma che ne risulta non è male: se all’inizio rimane in sordina, dopo un po’ diventa buona, alla fine volge al tedio, non sono in grado di essere più esaustivo. Come non so molto del nuovo All Pigs Must Die, del batterista dei Converge Ben Koller, ho avuto poco tempo per dedicarmici, ma ad un ascolto sommario mi ha scartavetrato la faccia a dovere. Ottimo.

Senza infamia e senza lode (che è già un passo avanti) il nuovo dei Queens Of The Stone Age e mi dispiace, sono legato al lavoro di Josh Homme e non solo coi Kyuss, ma questo disco non mi prende proprio. Se poi mi sbaglio a far suonare il loro esordio è la fine. Sembravano i salvatori della patria del rock: per carità, ci hanno provato. I Kvelertak sembravano parimenti una ventata d’aria fresca nella musica pesante, in realtà la ventata si è trasformata un refolo di aria tiepidina già alla seconda uscita. “Meir” non è un brutto disco, solo che non convince come aveva fatto il loro esordio, ecco tutto, il classico fuoco di paglia? Chi è un po’ in caduta libera sono i Volbeat, dalla Danimarca senza furore, il nuovo disco a me sembra un po’ la pallidissima copia edulcorata del gruppo incendiario che furono!!! Il nuovo chitarrista non so onestamente quanto c’entri e la loro formula (tipo Elvis appesantito e distorto) mi pareva azzeccata, però adesso passano i loro singoli in tele ed alla radio di mezzo mondo (mi risulta che in patria ormai siano al limite del tormentone) e quindi hanno pensato bene di smussare gli angoli, nonostante in una canzone ci sia addirittura ospite King Diamond, gloria locale. Davvero una pessima mossa. Sa di passo falso anche l’ultimo dei bostoniani Morne, il cui “Asylum”  del 2011, mi aveva molto colpito col suo giocare a palla con My Dying Bride (assolutamente dispersi) e sludge. Ebbene il nuovo “Shadows” mi ha tediato a morte e non so se gli concederò un secondo passaggio nello stereo, eccellente suicidio. Il resto, probabilmente, non l’ho ascoltato.

Poi, qualche giorno fa, mi è apparso tra le mani “Into The Pandemonium” dei Celtic Frost, con tanto di copertina di Bosch, e da allora non hanno smesso di perseguitarmi…

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=PIrI50wSAYs]
a band a day.

www.daily.band

Doom Charts

A one-stop shop for the best new heavy albums in the world

Nine Circles

We, The Blog

Sugli Anelli di Saturno

Camminare attorno al tuo pianeta

Shoegaze Blog

Punk per gente introversa

Less Talk.More Rock

ON THE SCENE SINCE 1994

miss mephistopheles

Satan Is A Lady

Head-Banger Reviews

Daily Reviews for the Global Domination of Metal and Rock Music

Un Italiano in Svezia

Le avventure di un emigrato

Drive In Magazine

International Arts Magazine

rockvlto

be rock be cvlt

Il Raglio del Mulo

Raccolta disordinata di interviste

neuroni

non so chi abbia bisogno di leggerlo

10.000 Dischi

I dischi sono tutti belli, basta saper coglierne gli aspetti positivi

Blast Off

How heavy metal reached the peak of its stupidity with me

Psychonly - ascolti, letture, visioni

Psychonly (... but not only psych)

Sull'amaca blog

Un posto per stare, leggere, ascoltare, guardare, viaggiare, ricordare e forse sognare.

Note In Lettere

Note in lettere, per l'appunto.

Blog Thrower

Peluria ovunque, ma non sulla lingua

Layla & The Music Oddity

Not only a music blog

.:alekosoul:.

Just another wanderer on the road to nowhere

Stregherie

“Quando siamo calmi e pieni di saggezza, ci accorgiamo che solo le cose nobili e grandi hanno un’esistenza assoluta e duratura, mentre le piccole paure e i piccoli pensieri sono solo l’ombra della realtà.” (H. D. Thoreau)

dirimpa.wordpress.com/

pensieri sparsi di una coccinella felice

Polimiosite: nome in codice RM0020.

La polimiosite è una malattia muscolare rara ancora poco conosciuta. Aiutami a informare e sostenere chi ne è affetto!!!

BASTONATE

Still Uncompromising Blog

metalshock.wordpress.com/

Brothers of metal together again

Words and Music

Michael Anthony's official blog and book site

Fumettologicamente

Frammenti di un discorso sul Fumetto. Un blog di Matteo Stefanelli

Appreciation of Trevor Dunn

Appreciation of Trevor Roy Dunn, composer, bass and double bass player extraordinaire.

Briciolanellatte Weblog

Navigare con attenzione, il Blog si sbriciola facilmente

laglorificazionedelleprugne

perché scrivere è anche questo

ages of rock

Recensioni e pensieri sulla Musica Rock di tutti i tempi

Fuochi Anarchici

Fuoco fatuo, che arde senza tregua. Inutile tentare di estinguermi o di alimentarmi, torno sempre me stessa.

fardrock.wordpress.com/

Ovvero: La casa piena di dischi - Webzine di canzonette e affini scritta da Joyello Triolo

Everyday life in the North Cape & North of Norway

Amazing adventures waiting to be discovered