Vanishing point
Ad un tratto un punto di fuga si palesa all’orizzonte. Una terapia per l’abitudine, Una forzata distrazione da ciò che distrae. Avanza. Ti inghiotte e ti risputa fuori. Sano, disintossicato e vulnerabile alle porte del mondo. Fa freddo. Una dura lezione da imparare. Una lezione che un padre comprensivo ha aspettato fin troppo per impartire. Un colpo secco al retro delle ginocchia. Il fragore delle rotule incrinate che si scontano col terreno. Alla fine chi voleva scappare è stato ripreso. La rivincita della realtà. I nodi che vengono al pettine, le gambette corte delle bugie.
Così, per dire, la tentazione non è morta.
25 settembre 2013 alle 10:07
perché tutta questa negatività ?
25 settembre 2013 alle 21:33
Più che negatività, per dirla con gli alchimisti direi nigriedo. La fase del caos e del disordine, dell’azzeramento delle abitudini, delle sicurezze. Un punto zero, oltre che un punto di fuga, la fuga forzata c’è stata ed è stato come abbandonare le certezze. Spaesamento dal quale non è detto però che non si apra un nuovo capitolo, non necessariamente peggiore di quello alle spalle. Ogni cambiamento costa dolore all’inizio, specie se è forzato dalle circostanze, da te stesso.
25 settembre 2013 alle 21:47
ma sorridi un po’ di più che la vita è bella …
25 settembre 2013 alle 21:49
😀