Non leggo mai l’introduzione di un libro, non ne leggo mai nemmeno la postfazione, le recensioni e raramente ascolto le altrui opinioni, a volte posso raccogliere delle influenze esterne ed a volte no. Quando raccolgo delle influenze esterne capita che lo faccia traendo spunto dalla musica. Lessi, e diventò uno dei miei libri preferiti, “E Johnny prese il fucile” di Dalton Trumbo per via di “One ” dei Metallica (ah, che tristezza i Metallica), oppure “La peste” di Camus grazie a “Killing An Arab” dei Cure, “La Campana di vetro” di Sylvia Plath grazie agli High On Fire e così via.
Quando seppi che “Paranoid Android” dei Radiohead (che apprezzo solo a tratti) era ispirato a “Guida galattica per autostoppisti” mi avvicinai a questo libro di Douglas Adams e, cosa strana, ne lessi anche l’introduzione. Lì viene narrata anche la genesi del libro che è qualcosa di singolare…
L’autore si trova a girovagare, a forza di passaggi ricevuti a caso, per l’Europa all’inizio degli anni ’70. L’inglese non credo fosse diffuso ai livelli odierni e, dopo aver cercato inutilmente di ottenere informazioni dai passanti viennesi, decide che fosse il caso di ingurgitare un paio di birre. Due gösser a stomaco vuoto penso che possano fare un certo effetto.
E l’effetto fu che il nostro Douglas si assopì in un prato cittadino e, svegliandosi a notte fonda, aprì gli occhi e osservò le stelle. Pensò che se ci fosse stata una “Guida galattica per autostoppisti” sarebbe partito subito. E ne tirò fuori addirittura una serie radiofonica, un ciclo completo di libri e credo un film. Potere della birra. Potere alla birra!

Будем здоровы!!! 😉
😉
Accidenti… mi manca! devo leggerlo! 😀 (in realtà credo mi manchi anche la Gösser – credo… 😛 -, ma temo che cercarla dalle mie parti sia un’impresa impossibile 🙂 )
Molto austriaca! Fino a poco tempo fa io la trovavo nei discount (!) benchè sia una birra tutt’altro che da discount… tu sei anche più vicina all’ Austria, non si sa mai 😉
Ho capito: prossima volta che vado a fare la spesa la cerco 😛 anche non mi sembra di averla mai vista… però vai a sapere…
Il libro invece è mooolto british anche come humor, se ti piace il genere, associato alla fantascenza è tutto un programma, il ciclo completo di romanzi dura la bellezza di 650 pagine comunque!
Conta che Tre uomini in barca me lo sono riletto un po’ di volte, quindi direi che come genere ci siamo 🙂 650 pagine sono un’opinione, dipende sempre dal corpo del testo (metti che è corpo 30, hehe…)
In effetti, poi se è scorrevole e simpatico, si-può-fare!
Potere della birra!
Io amo leggere introduzioni e postfazioni dei libri, ma questo l’ho letto in una versione economica priva di tutto ciò… e guarda cosa mi ero persa.
Eh io l’ho letta per puro caso…