Al teatro Smeraldo di Torino ci sono sedie strette e scomode, fuori piove e abbiamo prenotato la serata con un incredibile anticipo. Il parco del Valentino si accende di luci artificiali, alla discoteca adiacente c’è gente che arriva con Limo lunghe come autobus, e noi li guardiamo al riparo nella panda un tempo bianca, ora dello stesso colore dei cancelli.
E’ l’anniversario di uno dei gruppi che più abbiamo amato, sicuramente uno di quelli che ci hanno maggiormente conquistato dal vivo. Suonano strumenti autocostruiti, lamiere, tubi, molle e strani aggeggi rotanti. Sono gli Einstürzende neubauten e quel tre di giugno suonano per festeggiare i loro trent’anni di attività. Il prossimo autunno ritornano, nel tempio della musica classica torinese.

Lo sapevo che questo digiuno concertistico non poteva durare e immagino ben pochi modi nei quali avrebbe potuto spezzarsi meglio. Ovviamente ci mettiamo in moto subito, probabilmente intuendo la portata della cosa l’Oltranzista risponde ad un mio sms, non solo: si avvia una discussione via-messaggini che ha dell’incredibile. Ceniamo e, dopo cena, i biglietti sono nelle nostre mani, ora inizia l’attesa… chissà dove sarà il posto che ci hanno assegnato?
