Immaginate una nebbia fitta e densa elevarsi nell’aria, un atmosfera umida e opprimente, una vibrazione salirvi dalle viscere, incamminarsi sulle vostre braccia, pervadere i vostri arti e scuotere i vostri organi interni. Valvole arroventate e sovraccariche, movimenti lenti ed appena percettibili fra le coltri ed un muro di monoliti neri sullo sfondo, cavi che si snodano, figure incappucciate.
E soprattutto note, lunghe, profonde, infinitamente lente. Intense.
Nessun disco dei sunn 0))) potrà mai prepararvi ad un concerto dei sunn 0))).
Nessun muro di amplificatori sarà mai in grado di farvi vibrare l’anima come quello dei sunn 0))).
Nessun personaggio incappucciato ha mai suonato come quelli che suonano nei sunn 0))).

Se non si fosse capito io adoro i sunn 0))). E il mestiere più arduo per un amante del siffatto progetto musicale è spiegare il perché dei suoi sentimenti. Non lo capiranno. Si impara, a proprie spese, che non tutto si può spiegare, ci sono cose che sono così e basta.
Una volta tanto non c’è altro da dire. I sunn 0))) non sono semplicemente suoni, per molti non sono nemmeno assimilabili alla musica: sono una dimensione parallela, uno stato d’animo, un sentimento, un’emozione non trasmissibile a parole o la senti o non la senti. Un’ onda sonora percettibile sono ad alcuni. Un liberarsi del bisogno ossessivo di dare un senso ad ogni cosa. Uno stato di trance decisamente non di questo mondo, inteso non come mondo materiale, ma come mondo fatto di quotidianità e routine, il solito trito e ritrito mondo di tutti i giorni.
In realtà è un falso problema. Non ho nessun motivo per tentare di spiegare perché mi piacciano é così e basta.
E non vedo l’ora di adorare le valvole ancora.
Ghiaccio secco. Tenebra. Frastuono. Amplificatori. Chitarre. Uomini. Volume. Anima.
