MEO – Testarossa: Mi sono incuriosito a questo disco grazie a Blog Thrower e all’intervista fatta all’etichetta Fresh Outbreak, è una bellissima prova di questa (suppongo) giovane band torinese. Come anche nel caso degli Øjne non si tratta esattamente del genere che prediligo, eppure questo disco mi è piaciuto, i ragazzi dei MEO hanno un ottimo gusto musicale e compongono dei brani nient’affatto banali pur suonando un genere assolutamente riconoscibile. Complimenti, pur avendo qualche difficoltà, come per ogni gruppo emo, ad apprezzare anche i testi, questo è veramente un bel lavoro.
Lleroy – Nodi: Una vera mazzata in faccia consigliata da Neuroni. I tre ragazzi emiliani ci vanno giù duro, con un indie rock possente e greve come un pachiderma in corsa. Non fanno sicuramente complimenti: un muro del suono che difficilmente potrà avere eguali nel genere, la voce che, curiosamente, mi ricorda Franz Goria dei Fluxus declama versi di difficile interpretazione che sembrano provenire da qualche dimensione difficile da decifrare. Sono in attività da un bel pezzo e mi sono pentito di averli scoperti solo ora (tra l’altro anche il disco precedente “Dissipatio HC” è assolutamente meritevole) e di essermeli persi in sede live dove sicuramente danno il meglio, viste le premesse su disco. Da sentire senza ritegno a volumi esagerati.
Oreyeon – Equations for the useless: Questa volta da La Spezia, città che sempre cara mi fu per essere stata la patria di Fall Out e Prof. Bad Trip. Qui però il discorso è diverso: partiti come Orion, ora Oreyeon, scagliano nello spazio un rocciosissimo hard rock cangiante e cosmico, lontanamente riconducibile ai filoni stoner, a tratti grunge e psichedelici, con una voce melodica. La miscela funziona alla grande con un’attenzione particolare ai riff e alla sezione ritmica, davvero molto solida.
NETN – s/t: Noise-rock da Ferrara, i punti di riferimento qui sono Shellac, Helmet e a tratti Unsane. Il genere proposto dal terzetto mi piace, credo che ogni amante del genere possa trovare nelle loro note qualcosa di sicuro interesse, personalmente li seguo fin dal loro precedente lavoro “Dangerfield” quando ancora erano un duo e si facevano chiamare Niet (No alla russa, per capirci). Da allora il loro sound è ancora evoluto, diventando maggiormente completo anche se non condivido molto l’impostazione della voce (opinione personale), il lavoro è assolutamente degno dell’attenzione generale.
…Il tutto ovviamente senza dimenticare che domani esce un serio candidato a disco dell’anno, ovvero il nuovo STORMO!
L’Italia vera che suona, resiste e urla dal basso è questa.
👏 che bella rassegna!
Grazie, troppo gentile!