Visto che i dischi da recensire non sono ancora stati assimilati a dovere vi rifilo la storia di quella volta che scappai in Danimarca nel 2009.
E’ inverno e fa dannatamente freddo a Copenaghen, alla sera viene buio verso le quattro di pomeriggio, per strada è tutto un tirare su col naso, facilmente arrossato. C’ è un venticello gelido che si incunea tra cappuccio e guance, il parco di divertimenti Tivoli, praticamente una città nella città, sembra essere l’unico posto luminoso e fra i tetti spuntano guglie attorcigliate di verderame. E’ la vacanza più solitaria che io abbia mai fatto, alla mattina quando scendo a fare colazione ci sono solo giapponesi e persone anziane, non parlo con nessuno, non ho voglia di mischiarmi con i locali, solo di stare in pace e da solo. Ovviamente ci riesco alla perfezione, non fosse che la mia passione per la musica mi porta a consultare il glorioso metal travel guide prima di partire e a scoprire il sex beat records, un posto straordinario.
Si trova in una palazzina che vede il piano seminterrato occupato da un parrucchiere “alternativo” e da un altrettanto alternativo negozio di vestiti, al piano superiore si trova il negozio di dischi con un bellissimo pavimento di legno rustico… mi guardo attorno e dopo un po’ che sono lì (tendo a mettere le radici in posti come questo) vedo entrare
Micheal Poulsen dei Volbeat! Con tanto di fidanzata e cane al seguito… la mia vena antisociale del momento mi impedisce di andare a disturbarlo riempiendolo di complimenti per la sua voce da urlo e per il suo gruppo che apprezzo ormai da qualche tempo. Però mi ricordo che mi mancava un loro disco e lo acquisto, il momento mi sembrava propizio… al che il gestore -simpaticissimo- mi costringe al dialogo! “Volbeat! Grande!!! Ma lo sai chi è appena uscito???” ed io: “Certo che lo so!!!” al che tenta di costringermi ad inseguirlo per strada per farmi autografare il disco, quando vede che non faccio una piega, mi inizia a dire che sono appena tornati dal tour americano coi metallica (la lettera minuscola non è un caso) mi regala un loro poster, mi dice di fargli pubblicità quando torno a casa, mi invita ad un party per capodanno, cose così! Al momento di andarmene poi mi esorta a cercare Michael in giro per la città ed io sogghigno…
Siccome c’è del marcio in Danimarca, non mi faccio mancare un giro a Christiania, ci finisco in una mattina grigia e mi sembra una cittadella fantasma visto che alle undici se la dormono ancora tutti quanti! Il posto è assai strano e comprensibilmente trasandato e transennato, ci ricavo un piacevole giretto e nulla più. Non manca nemmeno un saluto ad Amleto nel suo castello e, lungo il tragitto, una sosta al museo d’arte contemporanea Lousiana che mi ammaglia con una mini collezione di opere di arte moderna e delle curiose installazioni, me ne ricordo una in particolare fatta di ghiaccio ed un’altra che sfrutta le onde radio, un posto curioso che, all’esterno sembra una costruzione uscita da un film di Lynch con la sua scritta “The World Is Yours”. Nel viaggio in treno apprendo dell’esistenza delle cosiddette “quiet zone” nei treni danesi allorché viene gentilmente allontanata una signora con bambino frignante dal vagone!!! Incredibile per un italiano!
Il mio lato vichingo viene soddisfatto con il museo della città ed il viaggio si conclude con me stesso che, in piena esaltazione nordica, canto a squarciagola “Walk All Over You” degli Ac/Dc nel tratto di mare antistante la opera house, con tanto di pugni al cielo. Arrivederci, Danimarca!
La copertina del disco da cui è tratta “A better believer” è sbagliata ah ah ah 😉