Manovre elusive

Disconnect my self
Disconnect my self

Sono stato piuttosto assente, ma non perché io abbia dovuto essere presente qui, nella vita reale. Sono stato proprio  latitante da questo blog, dalla scrittura: una sorta di disconnessione, di assenza di argomenti e di ispirazione, di solito si dice che è un periodo, di solito si è (o si cerca di essere) piuttosto comprensivi con noi stessi in questi frangenti. Lo vedete, non so di cosa sto parlando. Meglio: non so di cosa parlare.

Accessi di ira, di commiserazione, di panico. Una gran confusione. Un gran vuoto di idee. Disorientamento. Mi muovo circospetto sperando di non attirare attenzione. E continuo a non sapere che scrivere. C’era una volta un foglio bianco che giaceva sul fondo di un cassetto. C’era una vita da vivere, sogni da seppellire, sguardi da sostenere. Movimenti furtivi, che a farli mi vien quasi da ridere.  C’è chi sostiene che è come spremere un limone, una volta finito il succo non rimane che la scorza, che probabilmente viene ritenuta una sorta di scarto, anche se io di solito la mangio, a meno che non sia trattata… Il punto è che io non credo sia vero nemmeno quello, da quando questo blog è nella versione nuova ho trattato molti argomenti che mi stavano a cuore e a volte mi sembra davvero di averli esauriti, ma sarebbe come dire che la vita non ha più stimoli o che scrivere non mi “serve” più e… no dai non scherziamo.

E’ solo che non colgo gli stimoli, che non sono ricettivo, non so trasformare l’esperienza e renderla a parole che, a mio insidacabile giudizio, risultino un minimo interessanti per chi legge… e ci sono blog pieni di esperienze e vite personali, di solito hanno anche più successo di questo. Ma io non riesco a parlare di me stesso in modo esplicito: a parte rari casi mi sembra davvero un accumulo smodato di noia. Preferisco lasciare intuire me stesso, se ci riesco. Sarò riservato, probabilmente anche troppo: è un mio limite? Possibilissimo… ma tanto non so rinunciarci. Tengo le mie cose intime in una scatola e la seppellisco, per me stesso e nemmeno per i posteri. Poi ci sarà sempre il dovuto spazio per esprimersi… è fisiologico, occorre solo che la predisposizione torni. E lo farà.

Un sentito ringraziamento a Zeusstamina per l’award: purtroppo l’indolenza mi ha vinto ma il riconoscimento è stato altamente apprezzato, grazie!

Autore: nxero

Free Spirit, Metalhead with a head, Vegetarian, Nonconformist, Misanthrope, Agnostic, True to myself only. I don' eat zoomorphic cookies too...

6 pensieri riguardo “Manovre elusive”

  1. Colgo l’occasione per ringraziarti in questo primo commento! 🙂 figuriamoci, io l’ho dato a te per diversi motivi (fra cui, sia chiaro, un’ottimo gusto musicale e ben rappresentato in scrittura).
    Per il resto, attendo il tuo ritorno. Ci sono molte cose da dire e da fare, anfratti da esplorare. Bisogna solo trovare il modo giusto o, meglio, il grimaldello giusto per entrare.
    Fatto questo, e diciamo poco, diventa tutto molto più scorrevole.

  2. Se posso dire la mia: credo che un blog segua le evoluzioni di chi lo scrive, quindi l’alternarsi di silenzi e parole, di entusiasmi e noia, di pagine bianche e pagine fitte di parole, a volte anche di stili di scrittura diversi fa diventare il blog una cosa umana, e per questo ancora più straordinaria. Leggerò molto, molto volentieri i tuoi prossimi scritti, di qualsiasi cosa parleranno 🙂

    Un unico appunto per il colore del fondo di questo template: hey, ormai ho la mia età, le parole bianche su nero affaticano terribilmente la vista! 😉

    1. Grazie! Davvero! E hai ragione però a me manca scrivere nonostante adesso sia un po’ a corto di argomenti. Circa il colore di fondo: non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista. Una costante dei miei blog è sempre stato lo sfondo nero quindi è una sorta di tradizione… ma alla luce di quello che mi hai fatto notare credo che dovrò riconsiderare la cosa…

  3. Le cose vicine al cuore sono sempre le più difficili da dire. Forse non è nemmeno giusto dirle in maniera troppo esplicita su una pagina pubblica, meglio lasciarle intuire a chi legge.

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