Oggi non ho voglia di parlare, di spiegare, trovare le parole, tanto meno di sperare o di trovare una via d’uscita. Ho voglia di gridare, di urlare, di buttare fuori tutta l’angoscia e la solitudine, di guardare il cielo grigio e pensare che dentro ho nuvole ancora più plumbee ad osservarmi minacciose. Oggi sono un’immagine distorta che siede su un trono stilizzato con la mascella slogata a forza di spalancare le fauci. Con le mani digrignate fino a far male sui braccioli e strisce sfuocate come sbarre della mia prigione sullo sfondo. I colori sembrano squarci nella carne nel loro risaltare di gialli fiammanti e viola lividi. E uno spettro negli occhi, lo stesso che mi illude ogni mattina, in quella frazione di secondo che precede la coscienza e che serra d’assedio tutta la giornata, un assedio fatto di spire inesorabili pronte a far implodere quel poco di positività si affacciava timida. Un dipinto di Francis Bacon, finito, chissà come a Des Moines, Iowa.
Lui lo dipinse a partire dal ritratto che Diego Velazquez fece al papa Innocenzo X, ma, a distanza di secoli, le cose sono crollate ed il papa, quella figura fiera, conscia del suo potere e quasi superba che era, si è distorta, sfigurata, danneggiata, rimaneggiata. Dello sfarzo dei suoi vestiti vermigli non è rimasto nulla, del suo sguardo che pareva sfidare il mondo, sicuro della vittoria, non rimane che un pallido, velato e timido sentore. Il suo volto è una macilenta maschera di terrore e disperazione. Pennellate come pugnalate. Ed il colmo della beffa è che nessuno potrà mai sentire il suo grido: rimarrà per sempre intrappolato in una tela.
Il ritratto di Velasquez l’ho visto dal vivo, ed è notevole per la sua realtà. Non pensavo potesse esistere una versione di quel dipinto ancora più notevole, ma per la sua umanità; l’urlo non è intrappolato: si sente eccome, nella tela del pittore come nelle parole dello scrittore. E’ come quando si ascolta musica strumentale: un altro linguaggio, diverso da quello col quale siamo abituati a comunicare.
Non aggiungo altro, ti mando solo un sorriso 🙂
Grazie, ci voleva, un sorriso anche a te! 🙂
Una curiosità: il dipinto di Bacon faceva da sfondo all’unica esibizione live degli Unimog, strappata da un comune amico guru della scena noise biellese… e non dico altro!
Interessante il particolare del dipinto-sfondo… 🙂 Cos’è ‘sta storia dell’unica esibizione live degli Unimog? Ricordati che non c’è uno senza due 😉 e i fan locali attendono la data (io me la vedrò comodamente in streaming 😛 )
Beh uno sfondo ci voleva 🙂
Niente di particolare, semplicemente un amico che organizza concerti con la formula del “Secret show” (posto a sorpresa, intervengono solo gli invitati) ci ha strappato la promessa di farci esibire ah ah ah… io ho declinato il basso (causa imperizia e vergogna tremenda vergogna!!!) lasciandolo al collega e mi sono messo dietro al microfono. Due prove amplificate (di solito sono acustiche) sulle spalle totalmente inutili perché il compare ha improvvisato tutto e io ho dovuto “stargli dietro” (ovviamente gli Unimog non hanno testi definiti ma si esprimono per fonemi privi di senso)!!!
Durante le prove ci hanno decritto come il rumore prodotto dai dinosauri, mentre il concerto è stato descritto come “il barrito di un elefante”… ovviamente tali opinioni sono state motivo di orgoglio. Poi non so se per cortesia ma abbiamo avuto un’accoglienza calorosa(? 😀 ?) un po’ da tutti… boh ?!? Chi li capisce ‘sti giovani artisti noise 😀
Non siamo ancora al fan club, però per lo streaming vedremo di organizzare… anche se, temo che l'”attitudine Paganini” prenderà il sopravvento 🙂
Ti mando un sorriso anche io! =)
Grazie ed altrettanto… buon fine settimana 🙂
Questo post è “spezzato”.
A un certo punto ho percepito lo stacco netto fra l’uomo e il critico. Ho assistito alla resa dell’istinto che, arrendevole, cede il passo a una razionale analisi.
Non so, a mio parere questo improvviso “cambio di rotta” disturba il coinvolgimento…
Mamma mia, questa volta sembro quasi una persona seria… 😉
L’impostazione dicotomica è assolutamente voluta, come la percezione che si ha delle due opere, una assolutamente figurativa e celebrativa, l’altra decisamente più intima e personale… nelle mie intenzioni il distaccamento tra le due “anime del post” doveva essere piuttosto sfumato e non delineato nettamente.
Era un tentativo di adattamento della parola al contrasto tra due figure: può ben darsi che non sia riuscito… ma è piuttosto difficile quando ci si mettono di mezzo certe sensazioni.
Comunque apprezzo il tuo lato serio 🙂
Unimog … Unimog … Unimog … dai facci il regalo di un demo degli Unimog che vogliamo anche noi sentire il barrito di un elefante.
Eh, il mondo non è ancora pronto ah ah ah… e poi non esiste una registrazione, mi spiace 🙂
il mondo non è ancora pronto ? e quando lo sarà mai ?
dai siamo curiosi di sentire quel portento degli unimog …