
La notte è scesa finalmente vincendo l’inerzia viscosa dei paralleli nordici. Un’ intera giornata sorridendo tra i vicoli di Gamla Stan: ad ogni incrocio uno sguardo pieno di meraviglia e soddisfazione, finalmente sono qui, finalmente respiro l’aria frizzante di questa città meravigliosa. Sono miglia lontano da casa e totalmente solo, forse per la prima volta, tutto sembra ricoprirsi di un alone magico, di una voglia di assorbire tutto quello che vedi ed ascolti per potertene portare un pezzo con te dovunque tu possa tornare o dovunque tu possa andare in seguto: voglio che un pezzo di Stoccolma mi segua esattamente come mi seguono da anni Praga e Londra e come mi seguiranno in seguito Trondheim e Berlino (ed anche un po’ di Oslo e Bergen).
Il punto è che sono qui, che ho voluto fortemente esserci, che sto facendo una cosa per me stesso e nessun altro ha voluto seguirmi, doveva andare così, dovevo andarmene così. Per permettermi questo viaggio, un anno di lavoro, di persone sgradevoli ed arroganti a strillare nelle mie orecchie, ma ne è valsa la pena se penso che ogni attimo trascorso tra quelle mura mi ha portato due settimane sotto questo cielo. Ogni tanto succede che io sia dannatamente sicuro di qualcosa. Ebbene sono stato sicuro di poche cose come questa, il fatto che io dovessi venire quassù: la Scandinavia è una sorta di polo magnetico per me, da sempre… è il primo posto sul quale poso gli occhi quando guardo una cartina o un mappamondo.
Ed ora è giunto il momento del riposo, di chiudere le palpebre, sperrando nell’elaborazione notturna perchè mi porti in giro per la città ancora, durante il sonno, proprio come successe nella capitale boema. E’ il 2007, cinque anni fa, sapevo che doveva uscire il nuovo lavoro di Justin Broadrick, dei Jesu, la sua ultima incarnazione dopo i vari Head Of David, Napalm Death, Godflesh e compagnia. Il primo disco mi aveva stregato e, camminando per la St. Eriksgatan, mi imbatto nella Repulsive Records, un negozio specializzato in musica estrema, non potevo mancare l’entrata. All’interno un simpatico e fiero alfiere del metallo con tanto di fisico imponente e barba smisurata tiene un santino di Quorthon dei Bathory (deceduto qualche tempo prima in giovane età) vicino al registratore di cassa. Tra le altre cose mi scivola tra le mani “Conqueror” l’ultima fatica del musicista di Birmingham in una bella edizione digipack di un bianco scintillante e patinato. La sera stessa, ritirato che fui nella mia stanza a Norrtull, misi mano al mio fido lettore CD e vi infilai dentro il dischetto ottico e chiusi gli occhi, un sorriso mi apparse sul volto, nel buio per tutto il tempo ma mi sentii avvampare quando Justin mi sussurrò all’orecchio: “Cerca di non perderti!”, mentre io ero lì per ritrovarmi e ci stavo anche riuscendo, nonostante poi finii per perdermi e riperdermi ancora.
Try not to lose yourself
I’m way past trying
I’m way past caring
I’m way past hoping
Try not to lose yourself
You’re always needing
You’re always hoping
Wash away your fears
Try not to lose yourself
Passiamo tutta la vita, a perderci e ritrovarci (se stessi, intendo).
Beh, che dire… buona vacanza, e cerca di non perderti tra le vie di Stoccolma 🙂
Eccoti una cartina, da usare alla bisogna (funziona anche come previsioni meteo 😉 ):
🙂 No, magari mi sono spiegato male, ma tutto quanto sopra accadeva ben 5 anni fa, quest’anno (fatto salvo il fine settimana a Berlino) non ci si è mossi di qua, accidenti a me… che tristezza 😦 comunque grazie, in effetti perdersi e ritrovarsi fa parte della vita, inevitabilmente. Però se davvero riscussi a perdermi tra le vie del centro storico di Stoccolma sarebbe una gran cosa, potrei vagare in eterno tra quelle viuzze 😉
effettivamente avevo capito anche io che tu scrivessi il post da Stoccolma …
Magari!!!… Eppure l’ho detto “è il 2007” 😉
Sto ccolma sto ccolma stoc colma
si potrebbe andare a Stoccolma
tutti insieme ma andiamo a Stoccolma
tutti insieme ma con calma
sulla nave che porta a Stoccolma
donne bionde con fiori e ghirlande
tanti dischi tante bande
dai andiamo a Stoccolma dove se mangi stai colma
dove potrai dire con calma io sto colma a Stoccolma
sulle strade che vanno a Stoccolma
non c’è buche ne fango ne melma
sulle strade di Stoccolma
noi viviamo in un mondo di melma
dove ogni mattina è una salma
quindi andiamo a Stoccolma
dai andiamo a Stoccolma dove se mangi stai colma
dove potrai dire con calma io sto colma a Stoccolma
dai andiamo a Stoccolma dove se mangi stai colma
dove potrai dire con calma io sto colma a Stoccolma
La parte sulle donne bionde mi interessa 😀 e anche quella sulle bande (e che bande ci sono a Stoccolma… magari all’inizio degli anni ’90 era meglio, ma anche adesso!) e sui dischi, colmo son già colmo di mio… vabbè si può fare! 😛
allora si va anche subito. io son pronta 😉
Ehm, mi sono dimenticato “soldi permettendo” 😦 argh!
a chi lo dici mannaggia. io non ho un centesimo.
Argh 😦
… e io che pensavo che eri a Stoccolma armato di qualche strano aggeggio tecnologico per aggiornare il blog! 🙂
Ah no, al massimo ho un portatile ma non ci penso nemmeno a portarmelo in ferie 😀
Ogni tanto ho il bisogno fisiologico di mandare al diavolo (quasi) tutto e tutti 😉